Trevignano 29/09/16
Cara Maria Carla ho conosciuto tuo padre, il Maestro, quando ero giovanissimo coscientemente incosciente perchè il mondo era mio e tutto era possibile.
Superato l'esame di "compimento medio di violoncello e di armonia" tentai di continuare gli studi, ma dopo ogni lavoro di composizione presentato con enorme dispendio di energie, il Maestro si sedeva al piano e parlando tra sé e sé, ma in modo che sentissi, mormorava... "no non va... sarebbe meglio..."poi pausa agghiacciante e mentre io sudarello attendevo, mi diceva guardandomi negli occhi, "E' da rifare."
Compresi che la composizione per me non era cosa, fuggii.
Molti anni dopo, all'inizio della mia carriera professionale durante la registrazione di un suo brano, una voce alle mie spalle in un momento di pausa mentre abbracciavo ancora il mio violoncello mi mormorò:" te l'avevo detto!"
Quando l'incontrerò gli scriverò 2, 4, 8, 16, 32, 64 (ovviamente note musicali) e all'interno di una grande semibreve a mo' di luna sorniona scriverò anche : " Ciao Maestro avevi ragione la composizione per me non era cosa."
P.S. Fuggii talmente veloce che il mio nome non fu mai iscritto nel registro di classe.
M° Salvatore De Girolamo