Al momento della mia iscrizione al Pontificio Istituto di Musica Sacra nel 1967 fui assegnato alla classe di composizione del Maestro Armando Renzi, e non tardai ad accorgermi di aver avuto un colpo di fortuna trascendentale, di quelli che ti cambiano la vita. Renzi, in modo assolutamente altruistico, riversava nell’animo dell’allievo intelligente il suo sconfinato sapere musicale, e la sua calda umanità faceva sì che l’allievo lo sentisse, oltre che maestro, anche padre e amico. “Se un allievo riuscisse a superarmi –cosa difficile!-, non potrei che rallegramene”, mi confidava. Ma come superare un musicista così dotato, dotto, estremamente versatile?
Sono vari i ricordi che conservo di mio nonno, all’epoca tutti noi cugini ne avevamo una paura matta…..
L’ ”orco”, di cui ci immaginavamo cose tremende, dopo qualche anno, contento della mia decisione di prendere sul serio lo studio della musica e diventare violoncellista professionista, divenne mio Maestro di composizione, armonia, contrappunto etc, etc….
La velocità e la trasmissione dei suoi concetti tanto didattici come musicali era impressionante, era chiaro che non ero abituata ai suoi ritmi…
Prese coscienza di ciò e pazientemente mi riprese per mano durante il lungo cammino che mi aspettava da percorrere.
La prima parola che mi viene in mente quando ricordo il Maestro Renzi è “chiarezza”, la chiarezza che pretendeva dai suoi alunni già dai primi compiti di armonia e contrappunto, la chiarezza che inseguiva in un’epoca che di chiaro aveva ben poco. Mi domando spesso, oggi, a distanza di tanti anni, come avrebbe reagito di fronte ad alcuni cambiamenti radicali che non ha fatto in tempo a vedere e che hanno cambiato drasticamente il nostro modo di vivere e di pensare. Mi chiedo se avrebbe mai ceduto al possesso di un telefono cellulare o di un computer e sorrido immaginando i suoi commenti ironici e disincantati di fronte alle novità frenetiche dei nostri giorni.
Posso in tutta sincerità dire che fu l’incontro col maestro Armando a spostare i miei studi di composizione dal piano delle tecniche a quello della musica; dal piano della trattatistica a quello della creazione. Per me, allora più che mai intrappolato in un carattere riservato e apprensivo, pieno di insicurezze e perplessità, l’incontro con lui fu innanzitutto una spinta a scoprire le mie potenzialità e a valorizzarle. Considerata la mia inclinazione ad apprendere per esperienza più che per speculazione teorica, fu una vera manna, per il rapido compimento dei miei studi compositivi, la quantità di impressioni inventive dirette che il maestro costantemente dispensava.
Quando rivolgo il mio pensiero al passato, c'è una prestigiosa figura che affiora nei miei ricordi: il M° Armando Renzi, un musicista di elevata statura artistica, nonchè umana, colui che ha messo a mia disposizione la propria umanità, che mi ha consigliato, che mi ha insegnato, come di solito fa un padre, i valori veri della vita, che mi ha formato professionalmente e al quale va la mia più profonda gratitudine. E' stato per me un immenso onore averlo conosciuto ed aver condiviso con lui molti momenti della mia vita. Grazie Maestro!
Ho incontrato, per la prima volta, Armando Renzi nel maggio del 1946 quando avevo sette anni. In quell’occasione il maestro mi ascoltò suonare al pianoforte pezzi classici e anche qualche mia composizione. Mi volle subito come suo allievo. Mio padre, che mi aveva accompagnato, gli fece presente che non avrebbe potuto sostenere le spese delle lezioni (erano anni difficili quelli !!). Renzi accettò di insegnarmi lo stesso, generosamente gratis. E così studiai con lui per tre anni pianoforte e solfeggio.
Cara Dott.essa Renzi,
quanto mi ha fatto piacere la sua mail! Ho il ricordo a Bologna di aver accompagnato il Maestro dal suo albergo al Teatro Comunale. Ho la magnifica registrazione dei Tre momenti per viola e pianoforte di mio padre Lino Liviabella con il violista Dino Asciolla. Il Maestro Renzi in diversi concerti con il Trio di Radio Roma eseguì il Trio in un tempo sempre di mio padre.
Armando Renzi, ultimo grande e vero “ musicista” della gloriosa Scuola Romana.
Aveva un solo difetto : non era cioè un imbonitore di se stesso, come tantissimi altri.
Mi metto a disposizione ben volentieri perché venga ricordato il Pianista, il Compositore, il Direttore d’Orchestra e di Cori… , l’Insegnante generoso, l’Accademico di Santa Cecilia.
"Io Daniela Morelli, pianista e docente al Conservatorio Santa Cecilia di Roma e mio marito Cesare Croci, direttore d'orchestra, siamo stati allievi appassionati del Maestro Armando Renzi. Mio padre Guglielmo Morelli, violista, e il Maestro si conoscevano fin dall'infanzia. Io lo conobbi giovanissima e per molti anni, insieme a mio marito, ci accompagnò nel cammino dell'arte musicale con passione, amore, energia e gioia, così come solo lui sapeva fare. Tutta la Roma musicale del tempo ruotava intorno alla figura del Maestro, compositore e pianista geniale. Tutti volevano il suo insegnamento e della musica tutto ha dato e tutto ha detto a noi suoi devoti allievi.Grazie Maestro."
Mio padre, Ottavio De Lillo , è stato Compositore e Didatta presso il Conservatorio “N. Piccinni” di Bari, dove, nel 1970 intraprese gli studi di Composizione sotto la guida del M° Armando Renzi.
Il Renzi fu decisivo nella formazione di Ottavio, ispirandone profondamente il modo di vivere e di far musica.
Per questo, nel mio libro sul M° Ottavio De Lillo “Quando la musica riconcilia con il mondo”, a dieci anni dalla sua scomparsa, ho deciso, affidando il compito di redigerlo al M° V. Miserachs, di dedicare un intero capitolo alla figura del M° Armando Renzi.
Il M° Armando Renzi rappresenta uno dei musicisti più completi e più geniali del ‘900.
Pianista, Compositore e Direttore d’Orchestra, in ognuna di queste Discipline ha riversato la sua inesauribile genialità.
Aveva un metodo di lavoro di tipo rinascimentale, dormiva pochissimo e, già alle prime ore dell’alba era al Piano o sul suo scanno a comporre, scrivendo spesso in piedi come gli antichi amanuensi.
E’ stato il M° emerito della Cappella Giulia in Vaticano e doveva ogni giorno comporre per il servizio liturgico i principali vespri, mottetti, messe etc.
Come Docente è stato un faro per tutti gli innumerevoli allievi che ha seguito per tutta la vita, compreso il sottoscritto.
Ricordo con grande piacere il mio carissimo Maestro Armando Renzi, a mio avviso uno dei più grandi musicisti a livello mondiale.
Racconto tre aneddoti, fra i tanti vissuti da me accanto al mio maestro di composizione.
In una certa occasione, nella classe di contrappunto e fuga presso il Conservatorio “Alfredo Casella” de L’Aquila, per meglio spiegarmi i concetti relativi alla fuga, mi chiese un tema; ben conoscendo il virtuosismo del Maestro in queste discipline, gli proposi un tema sincopato. Lo suonò, e attaccò l’esposizione per proseguire in modo mirabile, improvisando al pianoforte, una complessa fuga, senza ombra di errore. Quanto sei grande, Maestro Renzi!
Quanto scrivo qui di Armando Renzi, mio Maestro di musica, non vuole essere un semplice ricordo né una testimonianza d’affetto e di sconfinata ammirazione per l’uomo e il musicista che è stato, ma un' autentica dichiarazione di riconoscenza nei suoi confronti perché, avendo avuto per destino l’occasione di essergli stato accanto e sentirlo vicino negli anni cruciali della mia formazione musicale, ha dato senso e direzione a tutta la mia vita e alla carriera musicale successivamente intrapresa.
Preparazione al Diploma di Composizione presso il Conservatorio S.Cecilia - Roma (1967) sotto la guida del Maestro Armando Renzi
La personalità di questi, fin dal nostro primo incontro, mi ha affascinato e incoraggiato non poco, perché più che assegnare temi di Sonate, Quartetti, Ouvertures e altro già conosciuti mi ha suggerito di prepararmi da me stesso il materiale tematico a mio piacimento, dandomi così l’input necessario a costruire il brano musicale nella sua interezza.
A pensare al M° Renzi, vengono subito in mente: per l’Artista- la passione e l’ebbrezza del nuovo, le esigenze massime, pressoché inarrivabili, e sopratutto la poesia (bisogna “giungere alla poesia d’ogni cosa”); per il Didatta- la straordinaria empatia, responsabilità e generosità; per l’Uomo - l’energia inesauribile, la responsabilità e la generosità umana. Insomma, grande personalità, dalla “cifra” difficilmente sintetizzabile in poche parole.
"Molti ricordi ahimè mi svaniscono e forse quando la vita ha reso colma la memoria, gli spazi limitano il recupero di gesti, parole, fatti che hanno consolidato la mia vita.
Quando si é vissuti a contatto con persone che donano, per loro merito, parte della umana conoscenza, dovremmo custodirla per poi maturarla e liberarla alle generazioni future.
Ciò mi capita sovente, rigenerare per donare, riconvertire un messaggio in apprendimento e approfondirne il concetto.
Accolgo l’ invito di Maria Carla per ricordare il Maestro Armando Renzi essendo onorato di poterlo fare assieme a dei suoi amici e allievi che operano in ambito musicale. La mia vita ha preso altre strade ma la musica e l’insegnamento di Armando Renzi sono stati sempre un punto fermo e un ricordo riconoscente verso uno dei più grandi musicisti del '900.
Nel 1964 ero, già da quattro anni, un componente dei Pueri Cantores della Cappella Giulia diretta dal Maestro Armando Renzi e un giorno il Maestro disse che avrebbe fatto una selezione per scegliere due di noi, particolarmente predisposti allo studio del pianoforte, per impartirgli gratuitamente delle lezioni.
Al M° Armando RENZI
settembre 2016Caro Maestro,
sono Giordano Rebecchi, uno dei tanti allievi che ha avuto il privilegio di averla come Maestro; anche se il nostro incontro è durato poco più di un anno e mezzo la ricordo con riconoscenza e tanto affetto per tutto quello che mi ha trasmesso con umanità e simpatia, semplificandomi il rapporto con il rigoroso impegno dello studio della musica!
Tale temporizzazione collocata ai rudimenti di un decennale Corso di Composizione che peso specifico può avere? Dipende dalla natura e dalla sensibilità dei soggetti protagonisti. Nel 1952, all’età di undici anni entro nel Collegio Internazionale di musica al Foro italico con una borsa di Studio e per due anni seguo il corso di pianoforte principale della Scuola di Vera Gobbi Belcredi.
Trevignano 29/09/16
Cara Maria Carla ho conosciuto tuo padre, il Maestro, quando ero giovanissimo coscientemente incosciente perchè il mondo era mio e tutto era possibile.
Superato l'esame di "compimento medio di violoncello e di armonia" tentai di continuare gli studi, ma dopo ogni lavoro di composizione presentato con enorme dispendio di energie, il Maestro si sedeva al piano e parlando tra sé e sé, ma in modo che sentissi, mormorava... "no non va... sarebbe meglio..."poi pausa agghiacciante e mentre io sudarello attendevo, mi diceva guardandomi negli occhi, "E' da rifare."
Compresi che la composizione per me non era cosa, fuggii.
Molti anni dopo, all'inizio della mia carriera professionale durante la registrazione di un suo brano, una voce alle mie spalle in un momento di pausa mentre abbracciavo ancora il mio violoncello mi mormorò:" te l'avevo detto!"
Ritratto di Armando Renzi
Alto, biondo-bianco,
-gli occhialetti trasparenti dalle dorate stanghette non celavano, pur con spesse lenti da miope, due occhi perpetuamente mobili, forse azzurri, ma sicuramente arguti,
-la corporatura snella ma imponente , ma con una direzione verso l’alto, (Maestro non ti “allargavi”, se mai “lievitavi”),
- l’abito nello stile sobrio di chi veste comodo ed è naturalmente elegante, perché a lui non interessano queste cose,
-l’eloquio forbito, con una voce che attraversava tonalità e colori sempre nuovi, dal silenzioso accennare all’alto-rauco vociare in quasi grammelot romanesco,
Nel 2007 tornai a Malta dove conobbi Riccardo Muti. Il Maestro era direttore di un seminario.
Ebbi la fortuna di scambiare due parole con lui e mi raccontò il suo incontro con il nostro Maestro Armando Renzi.
Alla sua età di 11 anni il suo M° Vincenzo Vitale portò a Bari lui e altri allievi perchè il M° Renzi li ascoltasse e valutasse. Dopo aver eseguito il difficile brano delle Variazioni Diabelli di Beethoven, il Maestro, con voce potente e autorevole, disse: "Vincè, non insistere con questo ragazzo per farne un pianista, lui sarà un grande Direttore d'Orchestra!".
Per prima cosa mi devo scusare con il pubblico, con l’amica Maria Carla e con i miei colleghi musicisti per non essere con voi questa sera: purtroppo un impegno istituzionale si è imposto in queste ultimissime ore e i miei doveri di ufficio mi impediscono di eluderlo. Mi dispiace molto anche perché l’idea di parlare in pubblico del mio maestro mi accarezzava la fantasia da anni e poi perché, da lassù, sono certo che ci sta guardando, scuotendo la testa e pensando che ho trovato, per l’ennesima volta, il modo di bucare la lezione con chissà quale scusa.
Se si può dire che la fortuna mi abbia baciato, io oggi posso ben dirlo e ritenermi altrettanto fortunato essere stato fanciullo cantore, fino al 1969, del Coro della Venerabile Cappella Giulia di San Pietro in Vaticano diretto da l’ultimo Maestro Emerito Armando Renzi. Tutto questo grazie a mio padre Giovambattista, cantore e archivista della Cappella, che ha saputo donarmi questo bellissimo regalo e che, con il Maestro Renzi, fin dalla loro gioventù, erano legati da profonda, vera e inseparabile amicizia. Aver cantato sue composizioni eccelse come Messe, Mottetti, Offertori e altri suoi capolavori, non ha fatto altro che accrescere il mio bagaglio professionale nel proseguimento della mia carriera musicale.
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